Farneticanti ricostruzioni e la strategia del fango nel ventilatore


Vertenza Mondadori. Mi sono chiesto quanto sarebbe passato prima di vedere, di nuovo, volare fango dal ventilatore marcato Senzabavaglio.
In termini di tempo ci è voluto più del solito.
In termini di “coraggio”, invece, siamo al minimo storico: nessuno, stavolta, ha voluto mettere nome e cognome sotto la farneticante ricostruzione sputata ai quattro venti.
Bravi. Bravo/a. Complimenti.
Ci si nasconde dietro il gruppo, ben sapendo che quell’intervento merita sì il ricorso a una giuria: ma sicuramente non a quella del Pulitzer…
Alle totali falsità, infatti, è impossibile porre rimedio.
Bisognerebbe spiegare (e quelli di Senzabavaglio probabilmente non lo sanno fare) che la vicenda Mondadori è decisamente più complicata di quella che vogliono far credere.
Che il caso di TuStyle e Confidenze riguarda da vicino vita e destino lavorativo di una quarantina di persone: anzi di famiglie. E non divertissement personali o il gioco di campagne elettorali anticipate.
Che una società quotata in Borsa ha avviato le procedure di legge per la cessione di ramo d’azienda.
Che il confronto sindacale su quella cessione si è concluso con un mancato accordo (mentre altri sindacati hanno accettato quella cessione), perché il sindacato dei giornalisti ha messo nero su bianco che l’acquirente prescelto non è stato ritenuto idoneo.
Che sul tavolo c’erano anche altre opzioni operative per risolvere la vicenda.
Che i colleghi, informati (dal sindacato) dei pro e dei contro, rispetto alle opzioni possibili hanno liberamente scelto la strada da percorrere: a livello individuale per TuStyle e Confidenze (le conciliazioni in ambiente protetto - sperando che in Senzabavaglio si sappia di che si tratta) e collettivo per i colleghi tutti di Mondadori (un’assemblea ha dato mandato a procedere con 133 voti favorevoli e 14 contrari e 12 astenuti). Dando corso a un percorso sindacale interno (sempre seguito dalla Lombarda e dalla Federazione) che ha avuto una gestazione tribolata e sofferta, certamente, ma sempre nel rispetto dell’autonomia delle scelte (immagino il tono delle critiche se i condizionamenti del sindacato fossero stati vincolanti…).
Che il Cda di un gruppo quotato in Borsa ha ritirato il mandato alla cessione di ramo d’azienda.
Infine, che un tavolo sindacale nazionale ha portato a un accordo di solidarietà a cui si affiancano intese interne in linea con il mandato assembleare di cui sopra.
Se ciò non bastasse, a Senzabavaglio va ricordato che, sulla vicenda Mondadori, il ricorso alla “strada legale” non è mai stato né limitato né precluso a nessuno. Nessuna scelta sindacale di queste settimane, infatti, pone o ha posto limitazioni e vincoli a questa opzione.
Inoltre, come ho già ribadito pubblicamente a Roma al consigliere nazionale Massimo Alberizzi, per farsi assistere legalmente, chiunque è libero di rivolgersi agli avvocati che vuole. Il sottoscritto, quale presidente della Lombarda, per pura questione di opportunità (o “conflitto di interesse” che dir si voglia) non si avvale dei legali che agiscono in nome e per conto di Alberizzi contro la Lombarda, in una causa civile aperta da Alberizzi medesimo e che sta costando tempo, energie e denaro al sindacato. Il sottoscritto, presidente ALG, invece, a tutela dei colleghi, si affida alla consulenza e all’esperienza dei legali che operano in Lombarda e in Federazione. Tutela che la Lombarda non ha mai fatto mancare, né tantomeno ha mai “minacciato” di rifiutare, a nessun giornalista. Qualsiasi altra farneticazione è solo materia marrone degna del ventilatore a marchio Senzabavaglio.
In ogni caso, la mirabolante narrazione di Senzabavaglio stimola due quesiti:
A) sindacalmente parlando, quale sarebbe dovuto essere il percorso da seguire nella vicenda Mondadori/cessione TuStyle-Confidenze?
B) quanti e quali accordi sindacali i vaticinanti sindacalisti di Senzabavaglio hanno mai sottoscritto nella loro storia ultraventennale in aziende (come Cdr-fiduciari), Lombarda e Federazione?
Grazie dell’attenzione e delle risposte che si vorranno dare ai quesiti A e B.
Paolo Perucchini


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