La crisi dell’editoria è stata al centro del dibattito del direttivo dell’Alg, che si è riunito nei giorni scorsi nella sede dell’Associazione.
Il presidente, Giovanni Negri, ha ricordato lo stato di crisi, appena siglato al ministero, per il Corriere della Sera e la Gazzetta dello sport; l’accordo per Rcs periodici e per Mondadori; l’avvio della procedura alla Domus e le trattative in corso al Sole 24 Ore; oltre all’accordo appena firmato per Elsevier, casa che edita Il giornale del medico, con tre casse integrazione a rotazione su sette componenti della redazione, per la quale erano stati chiesti 5 licenziamenti. Questo solo per la cronaca dell’ultimo periodo.
In complesso, ha detto Negri, in Lombardia sono oltre 300 i colleghi che hanno dovuto lasciare il lavoro per pensionamento anticipato, prepensionamento o Cassa integrazione a causa della crisi in corso. Poche le province lombarde rimaste indenni: “Il giornale di Brescia”, “ la Gazzetta di Mantova” “la Provincia” di Cremona e la “Provincia pavese” sono le principali testate locali che finora non sono state investite dallo stato di crisi, che invece ha coinvolto gli altri giornali locali.
Durante il dibattito del direttivo è emersa l’esigenza di ricompattare il sindacato: i cdr, in prima linea, rischiano oggi di trovarsi stritolati dalla mediazione che stanno cercando di fare tra gli interessi dei colleghi che escono e quelli di coloroche restano nelle redazioni, a fronte del crollo degli introiti pubblicitari e del calo delle copie.
La discussione ha anche riguardato il recente tentativo della Cisl di aprire a un sindacato dei giornalisti alternativo alla Fnsi, che la maggior parte dei consiglieri, pur con diverse motivazioni, considera pericoloso e da respingere.
Il direttivo si è concluso con il punto sulla situazione del Circolo della stampa, soggetto allo sfratto da parte dei proprietari, sfratto che è stato rinviato alla fine del 2010. L’Alg sta lavorando per cercare una sede nuova, sempre centrale, dove tresferire la storica istituzione dei giornalisti lombardi.