Corriere della Sera: l’assemblea affida al CdR 3 giorni di sciopero contro il piano di riorganizzazione e prepensionamenti


Un pacchetto di 3 giorni di sciopero affidati al CdR. L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera che si è tenuta oggi ha deciso di rispondere così al piano di riorganizzazione presentato dall’azienda. Il piano prevede 50 esuberi su un organico complessivo di 354 giornalisti e l’accesso ai prepensionamenti.

6 febbraio 2020


Prepensionamenti e riorganizzazione al Corsera: l’Alg a fianco del Cdr e dei giornalisti

Il piano di riorganizzazione al Corriere della Sera presentato al Comitato di Redazione indica in 50 il numero degli esuberi da gestire nella storica testata. Un sacrificio pesante rispetto ai 354 giornalisti presenti in redazione. Che non può ricadere esclusivamente sui colleghi e, in termini di contributi che verranno a mancare, sul nostro istituto di previdenza. Per questo, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti è a fianco del Cdr e dei colleghi del Corsera pronta a sostenerli nel confronto con l’editore e in tutte le iniziative che si deciderà di mettere in campo nelle prossime settimane.
Per un’azienda che lo scorso anno ha distribuito ricchi dividendi, la ristrutturazione attraverso prepensionamenti non può essere la strada maestra. Come sindacato valuteremo attentamente la situazione, le prospettive, gli investimenti. Di certo, per l’ALG qualsiasi uscita di personale giornalistico non potrà che essere coperta da altrettanti ingressi esclusivamente giornalistici. Un percorso che, peraltro, permetterebbe anche di stabilizzare definitivamente i colleghi precari, da troppo tempo in attesa.

Comunicato del Cdr

Ieri pomeriggio il Cdr del Corriere della Sera ha incontrato l’azienda che ha ufficialmente presentato il documento che avvia la procedura per i prepensionamenti, con accesso ai contributi statali. Si tratta di un documento irricevibile, in quanto, testualmente, “comporterà per il Corriere della Sera una riorganizzazione del lavoro dalla quale conseguiranno 50 esuberi su un organico complessivo di 354 giornalisti”. Di fatto l’azienda ci prospetta un taglio del 15% del corpo redazionale. Un obiettivo inaccettabile perché comporterebbe un drastico impoverimento del giornale. Se poi il numero di 50 esuberi non dovesse essere raggiunto, la ricaduta economica per l’intera redazione sarebbe pesantissima. Questo in un’azienda che lo scorso anno ha distribuito dividendi per oltre 30 milioni.
A fronte di questi tagli, Rcs prevede investimenti irrisori e di dubbia natura. Inoltre non viene confermato in maniera chiara ed esplicita il cambio del sistema editoriale, annunciato “entro il 2020” in una precedente riunione. In caso di prepensionamenti, infine, si parla di ingressi di “nuove figure legate al mondo digitale”, lasciando dunque intendere che possano essere non giornalisti. Prospettiva che il Cdr rigetta con forza.
Il piano punta su una nuova “riorganizzazione aziendale con vocazione al digitale” che non lascia immaginare, nemmeno in linea teorica, le possibili ricadute economiche in grado di invertire il trend negativo di ricavi editoriali e pubblicitari.

Il Comitato di Redazione
del Corriere della Sera

5 febbraio 2020


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