Il Giorno: parte il piano digital, ma sono forti le preoccupazioni. Alg al fianco di giornalisti, corrispondenti e collaboratori


Il “piano digital” de Il Giorno che – come annuncia l’azienda – partirà lunedì, preoccupa i giornalisti, corrispondenti e collaboratori dello storico quotidiano milanese.
In gioco, infatti, c’è il loro futuro economico e occupazionale. Gli interventi di riorganizzazione prospettati comporteranno la riduzione della foliazione (ma anche accorpamenti) delle edizioni territoriali che oggi fanno riferimento a tutte le province lombarde. Per permettere di rafforzare la presenza online del quotidiano che si focalizzerà in particolare sull’area milanese e sugli eventi di più ampio respiro. Il tutto con risvolti organizzativi e passaggio di alcuni giornalisti dalla carta al prodotto digitale.
Questa nuova impostazione spaventa tutti: tanto che giornalisti, corrispondenti e collaboratori
per sottolineare il loro disagio, hanno indirizzato al direttore de Il Giorno, Sandro Neri, e all’azienda accorate lettere che riportiamo più sotto.
In questa situazione, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti non può che esprimere le sue forti preoccupazioni per quanto sta accadendo alla testata milanese che fa parte del gruppo Monti Riffeser (insieme a Carlino, Nazione e QN).
Il Giorno da sempre è sinonimo di radicamento territoriale in Lombardia: un quotidiano attento e puntuale sulla cronaca dei e dai territori.
La scelta digital va apprezzata perché rappresenta lo sviluppo inevitabile della professione giornalistica e dell’informazione. Ma con questa scelta non possono essere sacrificate né la professionalità giornalistica, né i livelli occupazionali né, tanto meno, quel ruolo fondamentale di presidio informativo insito nella storia di un quotidiano fortemente radicato nel territorio come Il Giorno.
L’ALG è al fianco dei giornalisti, dei corrispondenti e dei collaboratori de Il Giorno, pronta ad affrontare con loro tutte le iniziative che vorranno attivare non solo a tutela e a difesa dei loro posti di lavoro, delle prospettive occupazionali e della salvaguardai dei loro redditi, ma anche a tutela e valorizzazione del ruolo informativo della loro testata.


Ecco il documento dei giornalisti e dei corrispondenti approvato nel corso dell’assemblea di redazione

I redattori e i corrispondenti del Giorno si sono riuniti oggi in assemblea per l’illustrazione, da parte del Comitato di redazione, del piano di riorganizzazione del giornale cartaceo e del sito internet presentato dalla direzione e dall’azienda al Cdr in data 13 gennaio e che a quanto comunicato dovrebbe partire tra soli quattro giorni, lunedì 18 gennaio. I giornalisti del Giorno chiedono alla direzione e all’azienda di rinviare la partenza del progetto per poter discutere le numerose criticità emerse nella declinazione di un piano che contiene anche pesanti modifiche rispetto a quanto sinora ci era stato prospettato. E che ci preoccupa, molto.
Siamo molto preoccupati perché questo piano non è sostenibile per il giornale cartaceo (che prevede cinque edizioni al posto delle sette precedenti e delle tre-quattro prospettate, con dieci redattori in meno) e presenta ancora molte incognite per quanto riguarda il web. L’assemblea inoltre stigmatizza il modo frettoloso in cui si è proceduto e il fatto che, a fronte dell’apprezzata scelta di aprire a candidature spontanee per la nuova redazione internet, non siano poi stati consultati e informati per tempo alcuni altri colleghi coinvolti nei cambiamenti.
Siamo molto preoccupati perché aspettavamo un piano di rilancio e invece questo è un altro piano che maschera l’ennesimo taglio senza alcun reale investimento, scaricando sui giornalisti il peso d’interpretare la fiction di un giornale che non esiste perché le forze sono insufficienti.
Siamo molto preoccupati non solo per gli squilibri e le incognite sui carichi di lavoro, ma per la tenuta stessa del prodotto cartaceo che ci si chiede di realizzare senza rinunciare a quattro giorni al mese di Cassa Covid e con la prospettiva di un ulteriore impoverimento delle redazioni a fronte di futuri prepensionamenti. Ci aspettavamo che con l’occasione della rivoluzione di internet anche il quotidiano venisse ripensato, invece ci viene chiesto di realizzare quasi lo stesso prodotto con quasi metà delle persone.
Siamo molto preoccupati per la tenuta minima della produzione e dei compensi dei corrispondenti e dei collaboratori, a fronte della riduzione di pagine, e chiediamo di equiparare da subito la remunerazione degli articoli prodotti per il web a quella degli articoli per il cartaceo e di includere stabilmente i pezzi realizzati per internet nei conteggi finalizzati al calcolo dei tetti per i corrispondenti. Chiediamo inoltre che per i corrispondenti sia sospesa l’applicazione dei conguagli negativi finché non saranno affrontate e risolte le criticità di questo passaggio.
Ci auguriamo che la direzione e l’azienda ascoltino le nostre preoccupazioni e aprano una discussione per affrontare questi problemi. In caso contrario dovranno assumersi la responsabilità delle conseguenze di questo salto nel vuoto per il nostro giornale, Il Giorno.
L’assemblea si riserva di intraprendere altre iniziative per portare avanti le proprie istanze.
Cordiali saluti,
I redattori e i corrispondenti de Il Giorno


Ecco la lettera dei Corrispondenti di Metropoli

Caro Direttore,
la nuova riorganizzazione del giornale che è stata prospettata per noi corrispondenti di Metropoli è un bagno di sangue, l’ultimo di un’escalation di tagli che ogni volta ha eroso stipendi e redditi per molti già sul limite della sopravvivenza. Ci siamo continuamente adattati a richieste che, purtroppo, sono sempre andate nella stessa direzione: riduzioni senza alcuna prospettiva.
Speravamo, però, che non ci fosse un ulteriore peggioramento.
Oggi, invece, abbiamo capito che per qualche ragione a noi sconosciuta le rassicurazioni ricevute sul mantenimento dell’edizione alle condizioni attuali di 8 pagine, già risicate, non hanno avuto corso.
Ti chiediamo di ripensarci, non solo per evitare di trasformarci in esuberi – perché questa è la strada tracciata – ma anche per arginare l’emorragia di copie in una zona che, come più volte ci è stato detto, traina le vendite. Dare ancora meno ai lettori significherebbe perderli definitivamente.
Ogni mattina decine di notizie, frutto di quel prezioso lavoro di semina, di contatti, di relazioni grazie al quale siamo ancora quel che siamo, già adesso non vengono pubblicate. Eppure, il valore aggiunto del Giorno è la sua capillare presenza sul territorio.
Non chiediamo di recuperare spazi a danno di altre redazioni, ma riteniamo che già ora si sia raggiunta la foliazione minima per dare voce a un’area con 3 milioni di abitanti.
Cordiali saluti
I corrispondenti di Metropoli


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