Riforma Cartabia: Alg contro la mannaia sulle notizie di nera e giudiziaria. “Alle istituzioni chiederemo interventi di tutela del diritto di cronaca”


Sono bastate poche ore per capire l’impatto devastante sulle cronache giudiziarie dell’entrata in vigore della riforma della giustizia varata dalla ministra Cartabia.

Il provvedimento introduce quello che in molti hanno definito il “bavaglio per i magistrati”. Ma la conseguenza pratica è il venir meno della comunicazione delle informazioni sui procedimenti penali: la stampa potrà contare solo su “appuntamenti ufficiali” riguardo alle indagini in corso, come diramazione di comunicati stampa o conferenze stampa. Queste ultime però saranno ammesse solo per casi di “particolare rilevanza pubblica” e tenute dal procuratore capo o da suoi specifici delegati autorizzati. Ma c’è di più: la diffusione delle informazioni sui procedimenti penali sarà ammessa solo se “strettamente necessaria” o comunque soltanto in presenza di “rilevanti ragioni di interesse pubblico”.

Il motivo di questa stretta? Il recepimento della direttiva europea che chiede il rispetto della presunzione di innocenza. In realtà, però, nei pochi giorni trascorsi dall’entrata in vigore della riforma, sui cronisti di nera e giudiziaria si è abbattuta una pesante mannaia, che porta all’impossibilità di raccontare i fatti, limitando drasticamente la libertà di informazione.

Inoltre, la pubblicazione di notizie non provenienti dai canali ufficiali rischia di mettere “fuorilegge” il giornalista che le ha diffuse. Un modo come un altro per obbligare a rivelare le proprie fonti .

“Quello che si è creato, anche se non volutamente cercato, è un bavaglio legale alla libertà di informazione, al diritto di cronaca, al corretto lavoro di giornalisti e cronisti – afferma il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini -. Questo limita, come in più occasioni abbiamo denunciato, il diritto costituzionale dei cittadini di essere informati. Non possiamo rimanere inerti di fronte allo snaturamento del ruolo giornalistico. Chiediamo dunque al governo Draghi e alla ministra Cartabia di intervenire al più presto per ridare dignità all’informazione giudiziaria mettendo i colleghi nella condizione di poter svolgere a pieno titolo il proprio lavoro”.


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