Mario Cervi, protagonista in settant’anni di giornalismo


Mario CerviEra in attività dal 1945: appena finita la guerra mondiale, esordì al Corriere della Sera come cronista giudiziario. Poi, nel 1974, seguì nella fondazione del Giornale Indro Montanelli – amico e maestro accanto al quale aveva pubblicato una serie di opere storia moderna e contemporanea che ebbero un grande successo in una vasta platea di lettori.
Era nato a Crema nel 1921. Durante la guerra ufficiale di fanteria in Grecia, dopo l’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai nazisti. Sulla guerra di Grecia Cervi scrisse, grazie anche alla sua diretta esperienza, una delle opere storiografiche più rilevanti.
Al Corriere fu inviato speciale. Tra i reportages più importanti si ricordano la crisi di Suez del 1956, il golpe dei colonnelli in Grecia nel 1967, e quello in Cile di Pinochet nel 1974.
Seguì brevemente Montanelli nell’esperienza de La Voce, e poi tornò al Giornale come direttore nel 1997, dopo la direzione di Vittorio Feltri.
Cervi ha fatto parte della élite del giornalismo italiano. Tuttavia non ha esitato a partecipare alla vita delle organizzazioni di categoria e del sindacato. Nell’Associazione Lombarda dei Giornalisti fu tra gli anni ’70 e ’80 consigliere del Direttivo. E partecipò ad alcuni “storici” congressi della FNSI – da quello di Taormina nel 1975, a Bari nel 1981, Sorrento nel 1984, Acireale nel 1986 – sempre portando un contributo di esperienza e di passione civile.
Cervi ci ha lasciato alla veneranda età di 94 anni. In tutti gli anni recenti ha proseguito la sua attività di editorialista, di commentatore di politica, intervenendo su grandi settimanali con acutezza e chiarezza esemplari. Una delle persone insigni per cui il giornalismo coincide con la vita, e la vita con il giornalismo.


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