L’ultimo saluto a Gabriella Parca e Giuseppe Ramazzotti


Gabriella ParcaGabriella Parca tornerà domani, mercoledì 27 agosto, a Castel di Tora, Rieti, dov’era nata 90 anni fa. Due giorni fa ha lasciato questo mondo a Milano, dove abitava da cinquant’anni, dopo lunga malattia che ha sopportato in silenzio, senza mai lamentarsi, com’era nel suo straordinario carattere. A Castel di Tora la ricorderanno i suoi amici più sinceri. Tantissimi. Ha meritato stima e ammirazione del mondo della cultura e dell’informazione soprattutto per il suo impegno politico e sociale per dare qualità e giusta collocazione alla condizione delle donne. In Italia pochi conoscevano nel 1959 perfino il termine “femminismo”, coniato negli States negli anni Trenta dove le protagoniste dell’emancipazione delle donne venivano definite “suffragette”, proprio per le loro battaglie che miravano al suffragio universale anche per le donne. Proprio nel 1959 Gabriella ha pubblicato il suo primo libro-inchiesta “Le italiane si confessano” destinato a passare alla storia del giornalismo e tradotto in tutto il mondo, perfino in Giappone. Poi ha scritto altri 10 saggi, tutti di successo e ha fondato, nel 1972, il mensile “Effe”, primo rotocalco italiano di controinformazione al femminile. E’ stata anche promotrice, nel 1975 del primo consultorio laico “Centro Problemi Donna”, poi diventato “Centro Progetto Donna” a Milano. I colleghi Giovanni Negri e Renzo Magosso avevano presentato nel 2007 alla libreria Feltrinelli il suo ultimo saggio “La guerra acerba”: il racconto della sua vicenda di ragazzina coinvolta, in centro Italia, nelle battaglie della Seconda guerra Mondiale che la videro anche a fianco dei partigiani italiani. Quella sera, sorridendo, confessò stupita: “E’ venuta tanta gente a promuovere questo mio libro, non me l’aspettavo, ma davvero me lo merito?”. Noi che lavoriamo nel sindacato ne siamo certi.
Per ricordarla, abbiamo recuperato un’intervista di Chiara Galeazzi pubblicata sul sito vice.com nell’ottobre 2013.
(foto di Edward Scheller tratta da vice.com)

Un caro saluto anche a Giuseppe Ramazzotti, collega del Corriere della Sera morto lo stesso giorno di Gabriella: aveva 68 anni e per quasi 40 anni è stato membro della famiglia di via Solferino, da tutti amato per la generosità e coraggio fin dai temi degli anni di piombo, nei quali era già professionista.


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