Giornalisti in Turchia, Egitto e Siria: da Milano una voce contro violenze e censure


Convegno-InternazionaleOmicidi, mutilazioni, arresti arbitrari, torture. Le subiscono ogni giorno centinaia di giornalisti, anche i cosiddetti citizen journalist, la gente comune che si fa testimone della realtà in Turchia, Egitto e Siria.
Se ne è parlato al convegno “No Bavaglio sempre, comunque e dovunque”, organizzato al Circolo della Stampa di Milano dal segretario generale aggiunto Fnsi, Anna Del Freo, nella sua veste di membro del comitato esecutivo della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj) insieme con il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini. Una situazione tragica che - ha denunciato Anna Del Freo - non trova spazio adeguato sui giornali e soprattutto si è scontrato col silenzio delle istituzioni europee, preoccupate dalle conseguenza politiche ed economiche di una presa di posizione troppo netta.
E l’impunità dei responsabili è purtroppo la regola.
Al convegno hanno portato la loro testimonianza Murat Cinar, giornalista turco oggi residente in Italia, Shady Hamadi, scrittore italo siriano autore di saggi sulla Siria e Giovanni Piazzese, esperto di comunicazione che fino all’anno scorso ha lavorato in Egitto collaborando per testate italiane. I loro racconti hanno messo in evidenza ancora una volta la drammatica situazione di quei Paesi e hanno rimarcato la cappa di silenzio di Stati e media. Anche Stefania Battistini, giornalista della Rai e rappresentante dell’associazione Articolo 21, ha lanciato un appello per conto delle colleghe dell’emittente curda Med Nuce che è stata chiusa dal regime.
Secondo dati complessi da registrare e non definitivi, come ha spiegato Domenico Affinito di Reporters Sans Frontieres, nella sola Siria si contano circa 200 giornalisti morti dal 2011, di cui 14 nel 2016, e centinaia fra arrestati e perseguitati. In Turchia un morto quest’anno e, secondo la Efj, 92 cronisti in carcere. In Egitto negli ultimi anni sono centinaia gli operatori dell’informazione finiti in manette o perseguiti.
Ma le leggi che riducono gli spazi della stampa non si limitano al vicino Oriente; si stanno infatti diffondendo non solo nell’ex Urss, ma anche in Ungheria, Francia e Spagna. In tutto il mondo, secondo il Consiglio d’Europa, nel corso del 2016 nel mondo sono già stati uccisi 60 giornalisti.
In questo difficile contesto forte è stata la posizione del presidente Fnsi Giuseppe Giulietti e del segretario generale Raffaele Lorusso, che non hanno dimenticato il caso del ricercatore Giulio Regeni, ucciso in Egitto: “La libertà di stampa è fondamentale per la democrazia - hanno concordato - e questo vale tanto nei Paesi a rischio, quanto in Italia, dove ci sono cronisti minacciati dalle mafie e dalle camorre. La censura, anche quella economica, va combattuta e in tutti i casi in cui il giornalista viene impedito nel suo lavoro o addirittura ucciso o arrestato bisogna reagire con decisione e tenacia. Ogni sforzo è utile, è possibile sempre dare un contributo in questa lotta o comunque provarci”.
I vertici sindacali hanno annunciato che si faranno promotori di una serie iniziative con la Federazione europea dei giornalisti per sensibilizzare l’Unione Europea e i Governi.
“La Efj - ha concluso Anna Del Freo - continuerà la sua battaglia a sostegno dei nostri colleghi che cercano di fare il loro lavoro nelle aree a rischio in Europa e nel mondo”.


Convegno Internazionale - NO BAVAGLIO: SEMPRE, COMUNQUE, DOVUNQUE

Lunedì 10 Ottobre, dalle ore 10 alle ore 13, presso il Circolo della Stampa di Milano in Corso Venezia 48, si terrà un Convegno Internazionale per fare il punto e denunciare con forza quanto sta avvenendo in Paesi dove la stampa viene oscurata e centinaia di giornalisti sono stati incarcerati o uccisi.
Il convegno, della durata di 3 ore, è accreditato alla piattaforma Sigef per il riconoscimento dei crediti formativi per i giornalisti.

Di seguito il comunicato del Convegno

NO BAVAGLIO: SEMPRE, COMUNQUE, DOVUNQUE
Loro colpiscono i giornalisti per impedire alla pubblica opinione di essere informata. Noi raccontiamo le storie dei Paesi dove la stampa viene oscurata e centinaia di giornalisti sono stati incarcerati o uccisi. Turchia, Siria, Egitto: tre realtà dove la guerra e la crisi della democrazia sono particolarmente cruente con la libertà di giornalisti, scrittori e intellettuali.

Tra i relatori:

Anna Del Freo, segretario generale aggiunto Fnsi e membro del comitato esecutivo della Federazione europea dei giornalisti (Efj)
Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi
Domenico Affinito, giornalista e vicepresidente per l’Italia di Reporters Sans Frontieres
Murat Cinar, giornalista e scrittore turco, collaboratore dell’agenzia internazionale pressenza.com
Shady Hamadi, scrittore italo siriano, esperto della situazione in Siria
Giovanni Piazzese, giornalista, responsabile dell’area Egitto per osservatorioiraq.it
Yasemin Taskin, giornalista turca in Italia, più volte licenziata per ritorsione dalle testate dove lavorava.

Porteranno il loro saluto il presidente dell’Ordine della Lombardia, Gabriele Dossena, il segretario generale FNSI, Raffaele Lorusso e il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, Paolo Perucchini.


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