Coronavirus: per freelance e collaboratori bene il principio del sostegno al reddito nel “Cura Italia”, ma il rischio è che siano aiuti insufficienti


Ci sarà da attendere ancora qualche giorno per capire se le istanze a tutela dei freelance e dei collaboratori colpiti, dal punto di vista professionale, dagli effetti negativi del Coronoavirus verranno soddisfatte davvero, parzialmente o, addirittura, disattese.
L’opera di pressing che il sindacato dei giornalisti ha posto in atto su ministri, sottosegretari e rappresentanti del governo autori del decreto legge “Cura Italia”, ha contribuito a far sì che anche i liberi professionisti iscritti agli ordini e alle casse previdenziali di categoria possano accedere a un intervento di aiuto in questa delicata fase: il cosiddetto “Reddito di ultima istanza”. Ma non tutto è scontato. Anzi.
Al Governo, che ringraziamo per questa sua dimostrazione d’interesse per la tutela economica dei liberi professionisti, l’Associazione Lombarda dei Giornalisti chiede però un intervento più deciso e capace di garantire appieno i redditi di chi - freelance e collaboratori - oggi è in prima linea per raccontare ai cittadini la drammatica emergenza Coronavirus.
Sono ancora troppi i dubbi sull’efficacia, economica e normativa, degli interventi previsti nel Decreto Legge.
La nostra preoccupazione è evidente leggendo la versione definitiva dell’articolo 44 del “Cura Italia”
[Art. 44 (Istituzione del Fondo per il reddito di ultima istanza a favore dei lavoratori danneggiati dal virus COVID-19)
1. Al fine di garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro è istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo denominato “Fondo per il reddito di ultima istanza” volto a garantire il riconoscimento ai medesimi soggetti di cui al presente comma, di una indennità, nel limite di spesa 300 milioni di euro per l’anno 2020.
2. Con uno o più decreti del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, sono definiti i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità di cui al comma 1, nonchè la eventuale quota del limite di spesa di cui al comma 1 da destinare, in via eccezionale, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica, al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.
3. Alla copertura degli oneri previsti dal presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 126].
L’elemento positivo è l’istituzione del “Reddito di ultima istanza”, per il quale è prevista una dotazione di 300 milioni di euro nel 2020. A beneficiarne saranno i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria (Inpgi2 per i giornalisti). Ma essendo un fondo rivolto a tutti i liberi professionisti è immaginabile che l’impatto, alla fine, rischi di esser risibile.
Di fatto, però, per capire i criteri e le modalità di attribuzione del Reddito di ultima istanza occorrerà attendere i prossimi interventi legislativi che dovranno essere emanati nell’arco di 30 giorni.
Se si dovessero rapportare la condizione dei liberi professionisti agli altri lavoratori autonomi (regolati dall’articolo 28 del Cura Italia) ci si potrebbe aspettare per il mese di marzo un intervento da 600 euro netti.
[Art. 28 (Indennità lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago)
1. Ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad esclusione della Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, è riconosciuta un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro…]
Ma è da tener presente, che sul Fondo per il Reddito di ultima istanza dei professionisti, il governo ha posto 300 milioni contro i 2.160 milioni messi in campo per l’indennità dedicata agli altri lavoratori autonomi.
Per questo, l’ALG e il sindacato dei giornalisti continueranno a monitorare e a fare pressing sul Governo perché le istanze di freelance e collaboratori autonomi siano soddisfatte appieno.


Lascia un commento