Direttivo Alg: no al licenziamento a Marie Claire e alla delocalizzazione attuata da Hearst


Il Direttivo dell’Alg esprime solidarietà alla collega Clara Settimo di Hearst Marie Claire, nei confronti della quale l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Hearst accampa motivazioni di carattere economico, che poggiano su argomentazioni assai deboli. Riteniamo invece che i motivi non siano affatto di tipo economico, ma siano conseguenza di un reiterato atteggiamento discriminatorio nei confronti della collega. La quale, tra l’altro, fa parte di un ufficio grafico di cui è l’unico redattore ordinario, dunque con lo stipendio meno oneroso.
Alg e Fnsi, insieme al CDR, hanno già chiesto all’azienda, durante un incontro, di fermare la procedura di licenziamento, stigmatizzando l’atteggiamento di chi, come nel precedente caso di Alba Solaro, pensa di risolvere i problemi cacciando i giornalisti dalle redazioni.


Assunzioni sì, ma in Svizzera, fuori dalle tutele del Contratto nazionale di lavoro giornalistico, a lavorare per testate italiane, nel mondo del digitale, proprio quello che dovrebbe rappresentare il futuro della professione. Il tutto mentre, naturalmente, si fa ricorso agli ammortizzatori sociali, compresi i prepensionamenti, finanziati coi soldi della collettività (italiana, non elvetica).
I frontalieri dell’editoria sono l’ultima trovata del Gruppo Hearst, le cui testate digitali - in primis Marie Claire.it della controllata HMC ma anche Elle.it - contengono una commistione di pubblicità e informazione poco chiara e per nulla tutelante nei confronti dei lettori.
Il Direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti ritiene intollerabile questa situazione e si impegna a mettere in atto ogni azione possibile a fianco dei colleghi giornalisti del Gruppo Hearst, che vedono il loro posto di lavoro e le tutele garantite dal contratto messi a rischio da una delocalizzazione inaccettabile.
Il Direttivo Alg afferma con forza che i siti in cui vengono impiegati italiani - già praticanti o giornalisti a tempo determinato nelle testate Hearst e ora assunti in Svizzera - non sono siti qualsiasi ma testate giornalistiche e che dunque per la legge italiana la responsabilità di quanto pubblicato è interamente in capo ai direttori responsabili - e non a manager aziendali - i quali ne rispondono a tutti gli effetti.
A tutela dei lettori e dei colleghi giornalisti del gruppo Hearst il Direttivo Alg impegna l’Associazione a contrastare con tutte le azioni possibili la delocalizzazione del lavoro sulle testate digitali fuori dal perimetro contrattuale e dai confini italiani. Ribadisce che le testate giornalistiche non sono prodotti industriali qualunque, che l’informazione è un bene garantito dalla Costituzione e che il lettore deve essere tutelato da professionisti iscritti all’Albo dei giornalisti e, se dipendenti, coperti dal Contratto di lavoro giornalistico.


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